INDURIRSI O INTENERIRSI?
“Perciò, come dice lo Spirito Santo: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori …»”
(Ebrei 3:7, 8)
Questo richiamo divino evidenzia che la durezza del cuore non è un tratto esclusivo di gente atea e blasfema, ma include quanti ascoltano la Parola di Dio senza riceverla nel proprio spirito.
Tale degenerante condizione non si misura soltanto dalle parole irriverenti con cui si rigetta il comando o la promessa biblica.
Più spesso è l’assuefazione con cui li si ascolta, mentre però smettiamo di esaminarci, di mettere in discussione i nostri pensieri e revisionare la nostra condotta dopo aver udito. Dobbiamo perciò sapere che una fede cristiana tiepida non è dovuta al caso: evitare di rivestire la propria vita con gli insegnamenti biblici, dopo che questi hanno scaldato l’anima, produce inesorabilmente un raffreddamento interiore che rende sempre meno sensibili alla voce di Dio.
Si ricercano eccitanti esperienze paranormali, si attendono segni eclatanti della presenza divina, ma lo Spirito Santo vuole che il cuore si intenerisca dinanzi alle Scritture che Egli ha ispirato, che si apra alla predicazione che Lui guida in modi salutari per l’anima. Cosa dire ancora?
Un cuore che si va indurendo è quello che si lascia toccare sempre più superficialmente dalla Parola del Signore, ma è altresì vero che un cuore risvegliato è quello che si lascia penetrare sempre più in profondità da essa. Tu come decidi di ascoltare il Signore?
Buona settimana con il Signore
Alessandro Cravana