Gruppo giovanile: dalle nostre riunioni

 


 

Riunione del 14/12/24: Riconoscenza

Passo di riferimento: Colossesi 3:15

In questa sezione della Lettera ai Colossesi, l'apostolo Paolo scrive degli aspetti e dei sentimenti che caratterizzano la nuova vita in Cristo. Tra questi troviamo il sentimento profondo della riconoscenza.

La riconoscenza indica un sentimento di profonda gratitudine nei confronti di qualcuno per un bene ricevuto, che si traduce in un azione volta a ricambiare colui che donato qualcosa. Basta uno sguardo attento per rendersi conto dell'assenza di questo sentimento nella società contemporanea, dove tutto è diventato immediato e dovuto, senza il bisogno di fermarsi per coltivare l'attitudine di riconoscenza nei confronti di chi dona qualcosa.


Nella vita del credente non dev'essere così: infatti, il bene ricevuto dal Signore supera qualsiasi tipo di bene umano o terreno che è possibile ricevere sulla Terra. Dio ha donato Suo Figlio Gesù per il perdono del peccato di tutta l'umanità, donando la pace con Lui e la vita eterna dopo la morte fisica insieme a Lui. Quando Gesù è morto sulla croce, il giudizio di Dio che doveva cadere sull'umanità a causa del peccato nei Suoi confronti, è caduto su Gesù, affinché in Lui noi potessimo essere liberati e accettati alla presenza di Dio.
Quando grazie alla lettura della Bibbia, il credente realizza la profondità del dono della salvezza in Cristo, inizia a svilupparsi sempre più intimamente il sentimento di riconoscenza.


Non riguarda un momento specifico della vita o un bene qualsiasi che il Signore fa ad un individuo nel corso della sua vita, ma è strettamente legata al sacrificio di Cristo per la salvezza di chiunque crede in Lui.


Se ancora non hai realizzato il Signore nella tua vita, ti basterà leggere nelle pagine della Bibbia e scoprirai quanto sei amato.
Che Dio ti benedica

Riunione del 09/11/24: Non ritrattare con Dio

“ma egli, rattristato da quella parola, se ne andò dolente perché aveva molti beni”


La reazione del giovane ricco alle parole di Gesù fa emergere chiaramente a noi lettori cosa si celava nel suo cuore. La vicenda ha luogo quando un giovane, del quale non è specificato il nome, si avvicina al Signore chiedendogli quale azione debba compiere per poter ereditare la vita eterna. Nonostante questo ragazzo osservasse su ogni punto i comandamenti descritti nella Legge mosaica, aveva un bisogno interiore che la sua religiosità e la sua rigidità morale non riuscivano a soddisfare. Possiamo dire che egli “andò oltre”, perché si interrogava sul futuro eterno della sua anima ed era, almeno apparentemente, pronto a fare qualsiasi cosa pur di potersi assicurare la salvezza eterna.


Il nostro Signore Gesù guardò il suo cuore personalmente e con una proposta, fece salire a galla tutti i sentimenti più reconditi nella sua persona, per poterlo aiutare a liberarsi di ciò che realmente gli impediva di realizzare la vita eterna: l’attaccamento alle ricchezze materiali. L’invito a vendere tutti i suoi beni e a seguire Gesù scatenò una crisi nel cuore del ragazzo, ed egli non fu disposto a compiere questo passo di fede nei confronti del Signore: egli ritrattò l’invito di Gesù.


Da questa storia comprendiamo che andare al Signore con entusiasmo e spirito di iniziativa, non sempre manifesta ciò che abbiamo realmente nella profondità del nostro cuore. Spesso chi deve lasciare al Signore il controllo della propria vita, si ritrova a scoprire di avere dei legami che la Parola di Dio mette in luce; essi non vengono messi in risalto perché Dio vuole privarci di ciò a cui teniamo di più, ma sono evidenziati perché Dio vuole prendersi cura di noi e farci vivere liberi di fare la Sua volontà. Forse per qualcuno non saranno delle ricchezze materiali a costituire un impedimento: potrebbero essere delle amicizie che influenzano negativamente, un rapporto sentimentale tossico o persino un carattere spigoloso che impedisce di farsi modellare.


Quando leggiamo storie nella Bibbia come questa, vogliamo esaminarci e arrendere ogni dettaglio della nostra persona al Signore, senza ritrattare l’invito di Gesù a seguirlo, ma consegnandoli con fiducia il controllo della nostra vita.

Riunione del 02/11/24: La generazione di quelli che cercano il Signore

Passo di riferimento: Salmo 24

"Chi salirà al monte del SIGNORE? Chi potrà stare nel suo luogo santo?

L'uomo innocente di mani e puro di cuore, che non eleva l'animo a vanità e non giura con il proposito di ingannare. Egli riceverà benedizione dal SIGNORE,

giustizia dal Dio della sua salvezza. 

Tale è la generazione di quelli che lo cercano, di quelli che cercano il tuo volto, o Dio di Giacobbe."

Ad una prima lettura di questo salmo, sembrerebbe che chiunque voglia cercare il Signore e stare nel suo luogo santo debba avere una serie di requisiti imprescindibili e questo potrebbe scoraggiare molti.

Tuttavia, proseguendo nella lettura, si evince chiaramente che l'unico requisito fondamentale è ricercare il Signore con tutto il cuore, con costanza e fiducia.

Solo in questo modo, quei requisiti che ci sembravano così difficili da adattare alla nostra vita, diventeranno pian piano parte integrante del nostro essere.

Continuando a cercarLo con perseveranza, vedremo anche tutti i nostri peccati e tutto quello che ancora non abbiamo abbandonato nella mani di Dio, essere trovato da Lui e debellato, perché è la presenza di Dio nel nostro cuore a cambiarci.

Molti potranno domandarsi: "una volta raggiunto quel luogo santo, come vi si può restare?" 

Attraverso la santificazione, continuando a conservarci puri, affinché possiamo diventare dei "vasi nobili" utili al nostro Signore e pronti per ogni opera buona.

E tu, vuoi fare parte della generazione che cerca il Signore? Vuoi diventare un vaso nobile, utile per l'opera di Dio?

Riunione del 26/10/24: Dio si interessa di te

Passo di riferimento: Isaia 43:1-3

"Ma ora così parla il SIGNORE, il tuo Creatore, o Giacobbe, colui che ti ha formato, o Israele!
Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!
Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno;
quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato
e la fiamma non ti consumerà, perché io sono il SIGNORE, il tuo Dio,
il Santo d'Israele, il tuo salvatore; io ho dato l'Egitto come tuo riscatto, l'Etiopia e Seba al tuo posto".

Con questa certezza, quella che Dio è con noi, possiamo andare avanti con fede nel cammino che ci è posto dinanzi sapendo che, se Dio ci chiama a seguirlo e a fare qualcosa per Lui, è perché Egli non ci abbandonerà e ci darà vittoria.

Egli, infatti, non guarda al nostro ceto sociale, alle nostre capacità o alla nostra età, Egli vuole che ci arrendiamo a Lui e che Lo seguiamo cosi come siamo. Per comprendere meglio questo concetto abbiamo analizzato 3 esempi di giovani che nelle loro personali e particolari situazioni, hanno deciso di seguire e onorare Dio:


- Matteo, che da esattore delle tasse ha lasciato tutto e seguito Gesù;
- Gedeone, che nonostante la sua insicurezza e la sua giovane età, ha vinto con pochi uomini, contro un grandissimo esercito;
- Salomone, che poteva avere qualsiasi cosa a sua disposizione, ma quando è salito a regnare, in tenerissima età, ha scelto di avere la saggezza e l'intelligenza da Dio per poter governare il popolo.


Dio ci ama e ci chiama così come siamo, Egli lo fa ancora oggi ed è sempre pronto ad accoglierci, sta a noi andare a Lui!

Riunione del 19/10/24: Una corda a tre capi

Passo di riferimento: Ecclesiaste 4:12, Giobbe 22:21-22

Questo Sabato alla "riunione dei giovani" si è parlato di tre argomenti. Ognuno di essi fondamentale, che, insieme, formano le parti di una "corda a tre capi". Il passo iniziale è stato proprio Ecclesiaste 4:12, poi affiancato a Giobbe 22:21-22, quest'ultimo ci presenza i tre vertici: Riconciliarsi, Ricevere e Riporre .
Ogni persona può scegliere di riconciliarsi con Dio, atto fondamentale per ricevere la pace, la salvezza e il dono della vita eterna. Riconciliarsi con Dio significa andare a Lui, riconoscere i propri errori e credere che attraverso Gesù si può essere perdonati.
Riconciliati con Dio ma anche coi gli altri.
Sistemare il proprio personale rapporto con Dio porta inevitabilmente a desiderare di sistemare anche il rapporto con il prossimo, nonostante a volte possa risultare difficile a causa dell'orgoglio o di riguardi personali.
Per coltivare un rapporto con Dio non basta Riconciliarsi, bisogna ricevere da Lui, ogni giorno. Questo è l'unico modo per conoscere meglio Dio e la sua Volontà. Per Ricevere da Dio bisogna passare del tempo con Lui, leggendo e scoprendo sempre più la sua meravigliosa Parola. Quello che si è ricevuto non va sprecato, ma custodito nel cuore. Riporre gli insegnamenti di Dio è necessario per poterne comprendere altri e maturare.

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