Gruppo giovanile: dalle nostre riunioni

 


 

Riunione del 26/10/24: Dio si interessa di te

Passo di riferimento: Isaia 43:1-3

"Ma ora così parla il SIGNORE, il tuo Creatore, o Giacobbe, colui che ti ha formato, o Israele!
Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!
Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno;
quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato
e la fiamma non ti consumerà, perché io sono il SIGNORE, il tuo Dio,
il Santo d'Israele, il tuo salvatore; io ho dato l'Egitto come tuo riscatto, l'Etiopia e Seba al tuo posto".

Con questa certezza, quella che Dio è con noi, possiamo andare avanti con fede nel cammino che ci è posto dinanzi sapendo che, se Dio ci chiama a seguirlo e a fare qualcosa per Lui, è perché Egli non ci abbandonerà e ci darà vittoria.

Egli, infatti, non guarda al nostro ceto sociale, alle nostre capacità o alla nostra età, Egli vuole che ci arrendiamo a Lui e che Lo seguiamo cosi come siamo. Per comprendere meglio questo concetto abbiamo analizzato 3 esempi di giovani che nelle loro personali e particolari situazioni, hanno deciso di seguire e onorare Dio:


- Matteo, che da esattore delle tasse ha lasciato tutto e seguito Gesù;
- Gedeone, che nonostante la sua insicurezza e la sua giovane età, ha vinto con pochi uomini, contro un grandissimo esercito;
- Salomone, che poteva avere qualsiasi cosa a sua disposizione, ma quando è salito a regnare, in tenerissima età, ha scelto di avere la saggezza e l'intelligenza da Dio per poter governare il popolo.


Dio ci ama e ci chiama così come siamo, Egli lo fa ancora oggi ed è sempre pronto ad accoglierci, sta a noi andare a Lui!

Riunione del 19/10/24: Una corda a tre capi

Passo di riferimento: Ecclesiaste 4:12, Giobbe 22:21-22

Questo Sabato alla "riunione dei giovani" si è parlato di tre argomenti. Ognuno di essi fondamentale, che, insieme, formano le parti di una "corda a tre capi". Il passo iniziale è stato proprio Ecclesiaste 4:12, poi affiancato a Giobbe 22:21-22, quest'ultimo ci presenza i tre vertici: Riconciliarsi, Ricevere e Riporre .
Ogni persona può scegliere di riconciliarsi con Dio, atto fondamentale per ricevere la pace, la salvezza e il dono della vita eterna. Riconciliarsi con Dio significa andare a Lui, riconoscere i propri errori e credere che attraverso Gesù si può essere perdonati.
Riconciliati con Dio ma anche coi gli altri.
Sistemare il proprio personale rapporto con Dio porta inevitabilmente a desiderare di sistemare anche il rapporto con il prossimo, nonostante a volte possa risultare difficile a causa dell'orgoglio o di riguardi personali.
Per coltivare un rapporto con Dio non basta Riconciliarsi, bisogna ricevere da Lui, ogni giorno. Questo è l'unico modo per conoscere meglio Dio e la sua Volontà. Per Ricevere da Dio bisogna passare del tempo con Lui, leggendo e scoprendo sempre più la sua meravigliosa Parola. Quello che si è ricevuto non va sprecato, ma custodito nel cuore. Riporre gli insegnamenti di Dio è necessario per poterne comprendere altri e maturare.

Riunione del 12/10/24: Dio è Dio nonostante noi

Lettura di riferimento I Re 19:1-8

Ognuno di noi durante la sua vita vive alcuni periodi, belli ma anche più dolorosi che se non riconosciuti e "presi in tempo" possono scatenare un effetto domino.
Nella riflessione di oggi esamineremo tre condizioni che l'essere umano può vivere e prenderemo spunto danalcuni personaggi descritti nella Bibbia.


1. Depressione: deviazione del tono dell' umore in senso malinconico; difficoltà di pensiero e di concentrazione; grave riduzione dell' efficienza fisica e spirituale; abbattimento, avvilimento. L'uomo che ci introduce in questa condizione è Elia. Era un uomo di Dio, amato, gradito e stimato da Lui.
Era l'unico profeta rimasto e da tempo ormai stava lavorando ininterrottamente sia fisicamente (andando e correndo dove Dio li diceva; ricostruendo l'altare ecc.) sia mentalmente e spiritualmente (lottando contro i 450 profeti di Baal) e preso dalla troppa stanchezza, manca di riflessione, perde lucidità e impauritio dall'affronto che Izebel gli aveva fatto, scappa nel deserto chiedendo a Dio di farlo morire, vive così una sorta di depressione.


Elia rappresenta noi quando lavoriamo tanto non solo fisicamente ma anche spiritualmente (es. svolgendo un servizio in chiesa) e presi dalla stanchezza non riusciamo più a rendere; non riusciamo più a pregare, a testimoniare. Questo non perché siamo meno spirituali ma perché guardiamo troppo alle nostre debolezze facendoli diventare dei fallimento dandogli un'importanza che non hanno. Per chi ha un carattere perfezionista questo è sinonimo di delusione, frustrazione.
Elia, durante la notte viene svegliato da un angelo che gli dette da mangiare e stette con lui fino a quando mangiò e gli ricordò quello che doveva fare per Dio.


Dio non lo ha giudicato, si è avvicinato a lui, ha aspettato il tempo necessario affinché Elia fosse riposato.
Dio è sempre lo stesso e come fece con Elia fa con noi oggi; non ci allonta da Lui quando noi stiamo male anzi, si avvicina, ci mette in libertà do aprirci, di metterci a nudo per poter ricominciare.
Quando non riconosciamo di essere depressi potrebbe verificarsi una seconda condizione, la disubbidienza.


2. Disubbidienza: omettere di eseguire un ordine o una disposizione; o agire in modo contrario a quanto è stato prescritto.
Giona è l'esempio di disubbidienza per eccellenza.
Anche lui era un profeta chiamato da Dio per predicare agli Assiri nel paese di Ninive che, se non si fossero ravveduti, Dio li avrebbe distrutti.
Giona scelse di non ubbidire a Dio andando dalla parte opposta attraverso una barca pagando il biglietto (le scelte sbagliate hanno sempre un prezzo da pagare!). Mentre Giona era nella barca dormendo profondamente ci fu una tempesta che portò il resto dell'equipaggio ad incollarlo per l'accaduto.
Così come Giona, anche noi quando viviamo in una situazione difficile dove oltre alla depressione non conosciamo le scelte che Dio ha per noi e per gli altri, prendiamo scelte sbagliate che possono portarci lontano da Dio disubbidendogli.
Giona comprese il suo errore e chiese perdono a Dio che lo usó per parlare a quelle 120mila persone portandole al ravvedimento impedendo così la distruzione della città.


Quando noi ci rendiamo conto di star percorrendo una strada che dispiace a Dio, fermiamoci, chiediamo perdono a Dio che è rimasto accanto a noi e torniamo a Lui.


La terza condizione che può seguire la disubbidienza è la delusione.
3. Delusione: disagio morale predicato da un risultato contrario a speranza e previsi.
In questa condizione su trovavano i due uomini sulla strada di Emmaus, seguaci di Gesù, che, dopo la Sua morte non riuscivano a trovare, ad avere uno scopo. Gesù sapeva questo e sotto altre vesti si avvicinò a loro camminò con loro, parlò con loro, cenó con lorp. I due uomini riconobbero Gesù solo quando ebbe benedetto il pane a cena e ripieni di gioia tornarono a Gerusalemme per raccontare agli altri fratelli l'accaduto.


Gesù vede la nostra delusione che può essere dettata da circostanze o persone o da scelte diverse che Lui ha per noi, si avvicina e ci aiuta dandoci una seconda possibilità, camminando insieme a noi, ragionando con noi.
Qualunque circostanza stai affrontando: depressione, scelte che ti portano lontano da Dio, delusioni da parte degli uomini o nei confronti di Dio, Lui cammina sempre accanto a te. Svegliati, rialzati, dagli la mano e cammina con Lui perché, nonostante noi, Lui è sempre Dio.


Dio ti benedica.

Riunione del 11/05/24: Salmo 92

Passo di riferimento: Salmo 92

"Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro del Libano" (verso 12)

Due sono le tipologie di piante che esamineremo: la palma e il cedro del Libano.
La palma ha un'altezza media di circa 40metri e ha un fusto molto resistente e stabile che è in grado di resistere ad ogni tipo di intemperie (temporali, venti ecc) questo perché ha delle radici disposte a raggiera che si intersecano tra loro e diventano robuste ancorandosi in profondità al terreno.


Una delle malattie che può intaccare la palma è la presenza di un parassita, un insetto chiamato punteruolo rosso. Questo, va ad intaccare il fusto della palma proliferando delle larve all'interno che vanno a succhiare la linfa andando ad indebolire la struttura del fusto portandolo perfino alla morte se non ci si accorge della sua presenza che non è visibile ad occhio nudo.
Le palme in base alla loro specie e xlima producono una grande varietà di frutti. Sono delle piante sempreverdi che vivono all'incirca 120 anni.


Il cedro del Libano ha un'altezza di circa 60 metri; da esso possono essere estratti degli olii preziosi. Il suo legno viene utilizzato come sostegno di strutture in quanto molto solido e pregiato.
La vita cristiana è paragonabile alla fioritura di una palma. Se siamo ancorati a Dio, se le nostre radici sono in Lui, se costruiamo la nostra casa sulla roccia, anche con le situazioni più avverse, più difficili (malattie, delusioni, preoccupazioni ecc.) non ci spezzeremo, ci potremmo piegare ma mai spezzare perché le nostri basi sono solide in Dio.


Come la palma è esposta al parassita che può infettarla ed indebolirla così la nostra vita è esposta a cattive abitudini, cattivi pensieri, modi di fare sbagliati che coltiviamo nella nostra testa, nel nostro cuore iniziando a dubitare così di ogni cosa, delle persone che ci circondano, di quello che Dio può fare nella nostra vita, dell' autorità di Dio. Se questa è la tua condizione, vai a Dio, apri il tuo cuore a Lui, non permettere al parassita di prosciugare la linfa di vita che scorre in te.
Crescendo con Dio possiamo portare frutto nella nostra vita e in quella di chi ci circonda attraverso le nostre azioni, le nostre parole.
L'altezza del cedro è paragonabile alla nostra estensione verso a Dio, all'essere più vicino a Lui, nel vedere le cose da una prospettiva diversa.


Attraverso la nostra unione con Dio possiamo essere delle colonne portanti, resistenti, grazie anche al profumo di Cristo che emaniamo. Ognuno di noi può essere giusto se fa la volontà di Dio, se segue le Sue vie, se è disposto ad aprire il suo cuore a Lui. Solo così potremo fiorire come la palma rafforzandoci,mettendo le nostre radici in Dio e crescere come il cedro emanando il Suo profumo attraverso la nostra vita, essendo d'esempio per chi ci circonda avendo così la vita longeva, eterna che ha il cedro.

Riunione del 27/04/24: Vita autentica

Passo di riferimento: Efesini 1

L'apostolo Paolo, tramite questa lettera alla chiesa di Efeso ci permette di riflettere e analizzare diverse cose.
Ci ricorda, prima di tutto, che abbiamo la possibilità di essere benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.
In Lui, e per mezzo di Lui, abbiamo soprattutto la possibilità di viverle appieno nella nostra vita.

Spesso, però, la nostra vita non sembra quella di una persona che vive o ha accesso a tali benedizioni, forse perché le circostanze o le difficoltà ci hanno distolto lo sguardo da esse, facendocelo abbassare sulle cose terrene e sulla nostra carnalità.
Ma è bello considerare che Paolo scrive questa lettera dall'interno di una prigione.
Incredibile, no?

Egli viveva queste benedizioni e questa gioia all'interno di una cella dura e buia. La domanda che ci staremo ponendo probabilmente è: come possiamo fare a vivere questa vita spirituale autentica anche nelle difficoltà? Come possiamo considerare le benedizioni spirituali, quando intorno a noi va tutto a rotoli?

La risposta la troviamo al versetto 18 di questo capitolo, nella preghiera di Paolo: "Egli illumini gli occhi del vostro cuore".
Qui non intende il cuore come il posto dove risiedono i nostri sentimenti, ma, come il centro del nostro pensiero. Infatti, se Dio illumina e rinnova gli occhi della nostra mente, di conseguenza il nostro modo di pensare, di intendere e di vedere le cose sarà diverso. Potremo, in questo modo, vivere una vita spirituale autentica anche nel bel mezzo della prova.

La nostra preghiera, come quella di Paolo, è che Dio possa illuminare completamente gli occhi del nostro cuore, e Dio lo fa, quando noi ci apriamo e spendiamo del tempo di qualità quotidianamente alla sua presenza.

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